ANNA MARIA RIVA


ANNA MARIA RIVA GERBALDO, figlia di Ignazio e Allamano Maria, nasce nel 1954 a Viù, ridente paesino di montagna in provincia di Torino. A due anni si trasferisce con la famiglia a Beinasco (TO) dove vive per venti anni con i genitori e il fratello Michele.
Gli anni sereni finiscono lì perché, principalmente per un matrimonio sbagliato e il desiderio di fedeltà alla fede cattolica, Anna Maria passa anni veramente infelici e difficili. Unica nota bella la nascita della figlia Elisa che con amore ha curato fino ai suoi 18 anni quando è andata a vivere per conto suo. Anna Maria per sua figlia e per le persone con cui è in contatto anche a motivo di lavoro comincia a scrivere le sue prime favole come ad esempio “La favola delle luci di Natale rotolate giù-giù in strada”, rappresentata per il Natale del 2000 nella casa di riposo dove lavorava.
Anna M. ha 19 mesi di felicità e vero amore con Giovanni, una persona di animo grande e generoso che sposa a Marene (CN), alla sua morte le resta il figlio, Marco. Alla morte di suo padre, per fare un dono alla sua memoria, Anna Maria raccoglie gli scritti che negli anni il papà le ha lasciato, impara l’ortografia della lingua piemontese in un corso che “Gioventura Piemonteisa” svolge a Boves (CN) da Genn.a Marzo 07. Cura queste rime del papà, le trascrive in Piemontese corretto e si impegna a tradurle in italiano, ricercandone la rima. Ne fa un libro depositato in Siae, lo fa stampare a sue spese con queste poesie, altre quattro create per l’occasione e una di suo fratello in un testo: “OR CHE IN FESTA SIAM RIUNITI”, presentato a Cuneo nella manifestazione “Liber a mente” dalla Prof.ssa A.M.Boassone Daniele e il Sig.Giampiero Ambrassa della compagnia teatrale “ël fornel”, autore e presidente dell’associazione Compagnie Teatrali Piemontesi ad aprile 2007. Anche per il fatto che identità e tradizioni orali dialettali in molte famiglie come la sua e in molti paesi del Piemonte vanno perdendosi, successivamente fa uno studio delle stesse poesie in Francoprovenzale di Viù e inizia a comporne altre in dialetto e in lingua. La carica poetica del papà, il grande affetto per lui e la tecnica inventata nel fare questo lavoro sviluppano in Anna Maria un nuovo e prorompente modo di esprimersi: la poesia. Trova così un canale di elaborazione per il suo cuore ricco di umanità, trasformando il dolore in amore, in poesia appunto. La sua poesia attesta un po’ tutto questo. Anna Maria, iscritta nell’elenco autori Siae, ha già avuto importanti riconoscimenti per le sue poesie che compaiono in diverse antologie.


Sì, la poesia è vita.

Emozioni forti che fanno gridare,
emozioni forti che fanno impazzire...
Poesia, o dolce musa,
che fai sublimare
e affidare alla Tua arte
problemi più grandi di noi.
Sì, la poesia
salva la vita...
Su questo foglio
io vorrei lasciare
le tracce di un nodo
che sciogliere non so.
Allora le lacrime
diventano canto,
queste catene
sono lo spartito
di parole non dette,
di un pianto sopito,
di un dolore
che potrà volare a Dio.


LA PASSION PËR LA POLITICA
Dedicata al Signor Sindaco Chiamparino


Për soa politica esemplar
fin-a ël Parlamènt dl’Euròpa
e ancora ëd pí la Democrassìa d’Italia
a l’avrío da bzògn ëd Chiel.

Con rincresimènt
noi Turinèis i j’ero préparàse
a fé a l’Italia ël pì bel regal
fòrse da 150 ani a costa part.

Ma për amor ëd nòstra Turin
Chiel a l’ha vorsù rimandé
l’incarich pì prestigios

përché a conclusion a veul porté
i sò tanti impegn con nòsta Sità.
Nòst ringrassiament a Chiamparìn, l’Italia a Lo speterà.

Turin, ël 1^ Stember 2009

LA PASSIONE PER LA POLITICA

Per la Sua politica esemplare
persino il Parlamento Europeo
e ancor più la Democrazia in Italia
di Lui estrema necessità avrebbero.

Con rammarico
noi Torinesi ci eravamo preparati
a fare all’Italia il più bel regalo
forse da 150 anni a questa parte.

Ma per il Suo amore verso la nostra Torino
Egli ha voluto rimandare
l’incarico più prestigioso

perché a conclusione vuole portare
i Suoi tanti impegni con la nostra Città.
Il nostro grazie all’On.Chiamparino, l’Italia Lo aspetterà.

Torino, 1^ Settembre 2009

L’ERCA ‘D NA VÒLTA


I goardo a ripòs, tarlà e ampovrà,
la veja erca ëd na vòta dël pan.
Tajà ant'un bòsch nòstran,
vaire quintàj ëd farin-a tenù a l’avrà…

ël lum a sciufìa a seira scura,
e ‘dzora al cassion a prontavo la ‘lvà ëd pasta dura,
për fé la cheuita a la matin bonora
ëd man, che d’man a son passaje sl’erca!

Man còtie, man rusnènte, man rupìe,
man ëd mariòire che l’amor a-j sèrca,
man dë spose alèrte e digordìe,
man fòrte, che a stërmo la stanchëssa,
man che a travajo e a s’arpòso mai.

L’erca dij vej, toa stòria a l’è finìja,
an cusin-a it l’has pì pòch da fé,
adess ël pan ch’a serv për la famija
a lo compro bele fait dal panaté.

La vita a marcia su na cadenza neuva,
i trator a l’han pià ël pòst dij beu.
da cant a l’erca për na sèira ëd pieuva
na radio a son-a ant ël canton dël feu.

O pan fait ën ca, glòria paisana
Ch’it j’ere scur, profumà e savorì,
tò gust ëd vita primitiva e sana,
tò gust ij nòstri fieuj a lo tastaran mai pì.


Torino, 29/04/08)



LA MADIA D’UN TEMPO

Osservo, posta in un canto,
tarlata e impolverata,
la vecchia madia del pane.
Ricavata da un tronco nostrano
Chissà quanti quintali di farina avrà contenuto…

Sul suo ripiano, a lato, si posava un lume ad olio,
traballante, stagliato sul buio fitto,
mentre mani laboriose vi preparavano
l’impasto di lievito da infornare la mattina presto.
Quante mani saranno passate sulla vecchia madia!,

mani vellutate, mani arse, mani bruciale al sole,
mani di giovinette che l’amore cerca,
mani di spose svelte ed accorte,
mani forti che celano la stanchezza,
mani che lavorano e non s’arrestan mai.

Per la vecchia madia la storia è ormai finita,
in cucina non serve proprio più.
Adesso il pane che serve alla famiglia
si compra belle pronto in panetteria.

La vita ora si vive con ritmi nuovi,
nei campi i motori fanno il lavoro ch’era dei buoi.
Accanto alla madia questa sera di pioggia
suona una radio posta sul caminetto.

O pane fatto in casa, gloria paesana,
tu eri nero, profumato e saporito,
il tuo sapore di vita primitiva e sana,
il tuo sapore i nostri figli non conosceranno più.


Maggio 2008



Con la stessa speransa ant'j'euj

Piemont,
tèra austera
ëd travajeur e 'd Sant.
Tèra d' emigrant.

Sent, dosent ani dòp,
l' istessa fam, l' istessa
speransa ant' j' euj
d' un doman mej.
Ti, Piemont,
ën costi-sì
t' arconòssi ij Tò fieuij.

Ti t' ij vëddi 'ruvé,
ier giovo venet, napoletàn, calabreis...
ancheuij albanèis e romèn,
cinèiss e mòro...

Për Toa coltura d' acoliensa e 'd civiltà
Ti t' ij daghi travaj e dignità.
Pòch a 'mpòrta se quajdun ëd noi
con lor le possibilità 'd travaj a spartirà,
o se quajdun a pagherà ël part
d' la civiltà 'd doman.

Ti, Piemont, 't goardi avanti
e, sent, dosent ani dòp, 't vëddi
l' istessa fam d' ij tò pòver migrant,
l' istessa speransa ant' j' euj
d' un doman mej
e an costi i t' arconòssi ij tò fieuij.


Con la stessa speranza negli occhi

Piemonte,
terra austera
di grandi lavoratori e di Santi.
Terra d' emigranti.

Cento duecento anni dopo
la stessa fame, la stessa
speranza negli occhi
di un domani migliore.
Tu Piemonte
in questi
riconosci i tuoi figli.

Li hai visti arrivare ieri
giovani veneti, napoletani, calabresi...
oggi albanesi e rumeni,
cinesi e africani...

Per la Tua cultura
d'accoglienza e civiltà
dai loro lavoro e dignità.
Poco importa se qualcuno di noi
la possibilità di un lavoro con
loro spartirà
o se qualcuno pagherà sulla sua
pelle il parto
della civiltà di domani.

Tu, Piemonte, guardi avanti
e cento, duecento anni dopo,
vedi la stessa fame dei tuoi poveri emigranti,
la stessa speranza negli occhi
d' un domani migliore
e in questi rivedi i Tuoi figli.



FA BELLA LA VITA

Se la Tua strada non sai più dov'è
e all'orizzonte un futuro non c'è,
puoi cercare a un passo da te
puoi sognare in libertà;
perchè la speranza che è dentro di te
fa bella la vita.

Nei giorni di sole,
nei sogni di cuore
tu senti che è bella la vita.

E' un porto di mare
andare e tornare,
è come un flusso infinito
nell'aria di mille città,
per ogni stagione che va.
Negli occhi di tutti i bambini
è bella la vita.

Va per le strade il profumo del pane
e l'alba porta e risveglia speranze.
Caro amico, se ti perderai
mille volte ricomincerai
perchè è il sogno ch' è dentro di te
che fa bella la vita.


Ode dedicata a Roberto BENIGNI

Sì, "LA VITA E' BELLA", Benigni caro.
Maestro d'arte del comunicare
comico delicato e disarmante
ogni dolor fa apparir soave.

E' come libellula il Suo corpo,
ci solleva dalle miserie del mondo.
La mimica del Suo viso è loquace
così solo Sharlot sapeva fare.

Quando la parlata toscana interpreta
non grossolana, mai improvvisata;
sì pare buttata lì, ma essenza,
perla di saggezza antica trasmette.

Ci fa in modo nuovo apprezzare
LA DIVINA COMMEDIAe il sommo Dante,
riscoperti, accessibili a tanti,
ce la sminuzza e spiega lì per lì.

Come impolverata foto di casa
mai abbastanza a fondo apprezzata;
ora celeste e sublime ci appare
maestra, introspettiva e nostra.

Con Dante inconsapevoli ci educa,
ci porge le eterne e attuali riflessioni
dei valori più sublimi e alti
e delle più basse aberrazioni.

Sì tutti, dal più furbo al più ignorante
seguendo Lei andiamo a scoprire
in qual Girone ha visto il Sommo Dante
chi, fiducia e amico va a tradire.

Ma ben più in alto Lei ci fa mirare,
e misericordia a Dio implorare.
Sorrida a questi versi improvvisati,
o Benigni caro, Benignamente.

torino, 09/02/2009


ITALIA, TERRA MIA

Italia, terra mia,
incanto di colline coprte d'ulivi e di viti,
di monti innevati,
frastagliata di scogliere
e spiagge sul mare,
ricca d'acque e di sole,
i Tuoi borghi, le Tue città parlano
di millenni di storia,
stracolmi d'opere d'arte
d'inestimabile valore.

Italia, terra di lavoratori e di santi
terra di poeti
d'uomini giusti e di briganti
e di tanti emigranti.
Cento, duecento anni dopo,
oggi Italia Tu guardi avanti
e vedi la stessa fame dei Tuoi poveri emigranti,
la stessa speranza negli occhi
d'un domani migliore
e in questi rivedi i tuoi figli.

Ma noi Italiani
che possiamo pensare
noi ora di fare?
nella stessa direzione
cercare di lavorare,
creare comunione,
esaltare la coesione,
rispettare ogni religione.

Se lavorare in coro sapremo
un giorno forse non molto lontano,
sì, presto sentiremo
una sola sinfonìa:
Italia, Italia mia!
Italia mi, my, ma...
.....in tutte le lingue parlate dai ns/ immigrati.

O, meglio ancora, sarebbe bella recitata Italia mia da
un campionario di tante etnìe diverse che dicono:

"Italia mia!"
"Italia mia!"
"Italia, Italia mia".



PER ME L'ARIA E'

Aria di sole, aria di mare,
aria di desiderio
di poterci incontrare.

Aria di bonaccia,
aria di vento
aria di tempesta o di sgomento.

Elettrica è l'aria
prima del temporale
ricca di gioia al riappacificare.

Aria pura di montagna vorrei respirare,
ma il dovere mi tiene qua
a respirare aria di città.

Ad ogni passo, ad ogni respiro
osservo e vedo, lungo il cammino,
e ringrazio il Cielo di essere viva.



LA RICORDO CHE CANTA
-dedica alla Volontaria del Movimento dei
Focolari Anna Maria Mulatero, che mi ha insegnato
a vivere con radicalità il Vangelo.-

Ridotta all'essenziale,
di vetro d' opaline il Tuo incarnato,
composto, regale il Tuo stare,
stare al gioco di Dio
stare lucida, fissata nel presente.

Tutti i dolori passati
non sono più,
di ansie per il futuro
non ce ne sono.
"Tutto concorre al bene

per coloro che amano Dio",
la Parola che Chiara Ti ha dato.
Che dono sei stata per me:
sostegno, consiglio, fortezza
e compagnia nei giorni di festa.

Duecento chilometri con la "fisa"
ha percorso Mariuccia
per portarTi un po' di conforto
e Tu hai cantato, cantato
le canzono dei primi tempi,

le canzoni della nostra gioventù.
Ti ricordo così,
col Tuo canto alla vita,
sempre proiettata fuori di Te
e dono per gli altri.



PER CHIARA LUCE

CHIARA LUCE,
LUCE CHIARA SUL NOSTRO CAMMINO.
PRIMAVERA DI SANTITA',

FIORE TRA I FIORI
COLTIVATI CON AMORE
DA CHIARA, GRANDE NOSTRA MAESTRA.

CHIARA LUCE,
STUPENDA GIOVINETTA AFFACCIATA ALLA VITA,
MODELLO DI ACCETTAZIONE E OFFERTA DEL DOLORE.

CON LA NOSTRA SPIRITUALITA' DI COMUNIONE
IL TUO PROFUMO DI SANTITA'
GIA' SUBITO RICHIAMAVA A TE TANTI GIOVANI E ADULTI.

TU CONDIVIDEVI E OFFRIVI
E RACCOGLIEVI FONDI DA MANDARE IN AFRICA.
CHIARA LUCE,

PRIMIZIA DI UN POPOLO DI SANTI,
FEDELI NEL POCO E NELLA QUOTIDIANITA'
PER ESSERE EROICI

QUANDO LA VOLONTA' DI DIO LO RICHIEDE.
CHIARA LUCE,
LUCE CHIARA, ILLUMINA IL NOSTRO CAMMINO.

Marene, 22/08/2010
 
Generale
Attività
Soci
Archivio
Iscriviti alla Newsletter
Nominativo

E-Mail