Chi Siamo

Cenacolo "Clemente Rebora"
- Associazione Culturale  -  Savigliano

Agli inizi degli anni ottanta, il poeta G. Maurilio Rayna con  un gruppo di amici, differenti per età, cultura ed estrazione sociale, ma uniti nella passione per l’arte, e in particolare  per la poesia, costituirono  l’Associazione Culturale Cenacolo “Clemente Rebora”.

Il Cenacolo “Clemente Rebora” è un’associazione culturale senza fini di lucro fondata a Savigliano nel 1982; propone, in base al suo Statuto, “di migliorare la qualità della vita e di promuovere l’attività letteraria ed artistica in tutte le sue forme. I fini associativi del Cenacolo sono improntati alla prassi di civiltà ed umanità, nel superiore interesse della poesia e dell’arte come elemento evolutivo dell’uomo.

Soci Fondatori: Giovanni Maurilio Rayna, Vincenzo La Porta, Franco Paschetta, Antonio Scommegna, Giovenale Tallone, Michele Fusero, Luciano Vachino.

Soci: Fernanda Clerico, Concetta Failla, Silvia Ferrari, Lucy Lorini, Rosaria Paticchia, Valentina Perucca, Renato Scavino, Gianvittorio Scavino, Giuseppe Trucco.

Soci Onorari: Giorgio Bàrberi Squarotti, Marziano Guglieminetti, Vittorio Gassman,  Maria Grazia Gobbi, Domenico Gullino, Stefano Jacomuzzi, Renata Lollo, Mariarosa Masoero, Umberto Muratore, G.Battista Rocca, Giovanni Quaglia, Vincenzo Sala, Vito Tanga, Giuseppe Zaccaria.

Con tali intenti in data 17 giugno 1992 venne costituita l’Associazione Culturale  CENACOLO «CLEMENTE REBORA» con sede in Savigliano (atto costitutivo - repertorio n.34.284 - raccolta n. 1.747), avente come finalità: 1) lo sviluppo e l’organizzazione di attività letterarie ed artistiche; 2) aiutare i giovani, o comunque le persone dotate di talento artistico ad esordire ed avviarsi nello specifico campo delle lettere e dell’arte.

Perché Cenacolo «Clemente Rebora»? Perché Clemente Rebora è un poeta particolarmente rappresentativo del nostro tempo e «dal punto di vista letterario, uno dei maestri del Novecento, un esempio di coerenza poetica e di rigore morale» (G. Petrocchi, Osservatore Romano, 22 novembre 1982). Il logo del Cenacolo è stato disegnato dal poeta e pittore Severino Celoria.

L’  Associazione Culturale Cenacolo  "CLEMENTE REBORA" in questi anni è intervenuto massicciamente nel mondo giovanile e adulto, realizzando percorsi culturali e coinvolgendo la Scuola, le Famiglie e le varie Agenzie culturali presenti sul territorio, attraverso intenti educativi che creino occasioni per una crescita umana e civile. La testimonianza di Clemente Rebora, ricca di fermenti valoriali e religiosi, stimola a vivere la quotidianità con modelli, che sembrano estranei alla nostra cultura, in cui il mondo può trovare validi impulsi a costruire  veramente una nuova società. I progetti realizzati intendono  diffondere  l’idea che la poesia non cessa mai  di testimoniare l'impegno vissuto come ansia di comprensione dei problemi del mondo contemporaneo. Gli obiettivi sono quelli di sensibilizzare maggiormente gli studenti e gli adulti con l’organizzazione di Reading, Convegni, Incontri, Caffè letterari, Premi di poesia, Mostre e da alcuni anni con il Festival di Espressione Artistica e di Impegno Civile “La POESIA,    Espressione di Tensione Umana e Spirituale”.

Il valore della poesia

Vi accompagniamo in questo viaggio con la Poesia da più di trent’anni per rintracciare, in risposta alle tentazioni di un ”aridità”  nichilistica e  liberalista; qualche sprazzo di  SPERANZA. Il ‘900 ricco e fervido nella sua tensione verso la verità e nella ricerca,  ma anche colmo di guerre, catastrofi,  sofferenze, persecuzioni e odio. Tutto questo lo si legge nei POETI, che avvertono il mistero irrisolto dell’uomo attraverso le inquietudini della vita. Ogni poeta è un profeta e regala la propria parola agli altri, esprimendo una tensione umana e spirituale e la forza educativa dello spirito poetico, che è ricerca e incontro che ci trasformano, come indica Clemente Rebora. La poesia è un lievito nascosto nella realtà di ogni giorno, che non sempre siamo in grado di cogliere. A volte esplode inaspettatamente, a volte si nasconde nei luoghi, nei paesaggi o in particolari momenti; molto spesso è negli atti o nelle parole di chi ci sta accanto. È il sentimento che traspare, che chiede di essere espresso e ricordato. È il palpito stesso della vita, il mistero della bellezza che continua ad affascinarci, se non ci lasciamo sopraffare dalla banalità del quotidiano. Astuta trasformista della parola, la poesia ci suggerisce, tra il tormento e la lacerazione provocati dallo scontro spirituale con il materiale, che niente va mai perduto: né traccia né impronta né segno alcuno. La poesia congiunge l’individuale all’universale e forse è un grido d’amore generalizzato per tutta la vita. C’è un fuoco che agisce dentro ogni poeta che  consuma e brucia, mentre l’anima attende ansiosa l’unico istante da strappare con prontezza alla mente. Poi segue la gioia della creazione; e come affermava la poetessa Alda Merini, “il poeta è il brutto anatroccolo che poi diventa un cigno”. Spesso la poesia viene giudicata inutile, sembra che non serva a nulla, non ha compiti né funzioni, è la più aerea fra le arti, la più inconsistente, eppure Essa ci aiuta a dettarci frammenti di verità del nostro vivere, ci insegna a contemplare, a ricordare, a rispettare il proprio e l’altrui destino; attraverso la parola-rivelazione, che nel verso si materializza, prende la consistenza di un valore tutt’altro che effimero. Ciò che il poeta materialmente crea, con il virtuosismo del linguaggio, è una danza di parole che muovono dall’energia interiore dell’artista per distaccarsi dal comune materiale espressivo. Con queste premesse nasce l’Associazione, convinti  che «La memoria e la lingua, sono due modi per raccogliere il reale: sono le nostre mani a conca per raccogliere l’acqua, senza poterla trattenere. Così è la Poesia: con essa  si immergono le mani a conca nel reale, e ogni volta è una memoria  che si rinnova .…» ha detto il poeta  Davide Rondoni.

Siamo convinti che il problema umano sia soprattutto culturale e per creare una società migliore è necessaria la testimonianza di Poeti  come Clemente Rebora, Padre Turoldo, don Paolo Turturro, Davide Rondoni e altri che, con le loro parole di fuoco, ci aiutano a ritrovare quei valori essenziali per riaffermare la libertà e la dignità di uomini. A questo intento hanno contribuito anche personaggi come S. Iacomuzzi, G. Barberi Squarotti, R. Lollo, C. Giovannini, M. Guglielminetti, MR. Masoero, G. Zaccaria, A. Pastore, G. Tesio, A. Mola, R. Scavino, C. Sensi, S. Russo,  E. Grandesso, G. Lauretano, che con i loro interventi sulla Poesia ci hanno  aiutato a leggere nel profondo gli avvenimenti quotidiani, le inquietudini esistenziali e a rilanciare una visione dell’uomo e della società in cui trovino spazio i valori. Ci voleva coraggio, in quel 1980 che vedeva il paese ancora immerso nella plumbea atmosfera del terrorismo, a puntare sulla poesia, evitando che ciò potesse essere inteso come volontà di astrazione dai complessi problemi della società contemporanea o sterile ripiegamento individuale. Al contrario, il Cenacolo ha saputo invece irrobustire lo spirito, dando la possibilità a tante donne, uomini e giovani di esprimere la loro sensibilità particolare e  prospettare strade feconde per superare in positivo la quotidiana “fatica del vivere”.

 “ L’obiettivo è valorizzare la poesia nel contesto socio-culturale attuale, alla luce di un rinnovato interesse tra gli studenti e gli adulti, per la diffusione di una “ necessità poetica “, testimone di riflessione e impegno, vissuta come traduzione di una inquietudine esistenziale nella ricerca della propria identità e come ansia di comprensione dei problemi attuali dell’universo giovanile e del mondo degli adulti ”.



“ La convinzione che si va sempre più maturando in me è che la poesia, grande o modesta che sia, non cade mai nel vuoto, non sfocia mai nel silenzio: lascia sempre dietro di sé un personaggio in più, un sentimento in più, un albero in più, che prima non esistevano. E il mondo ne è in qualche modo più ricco. Speriamo che ne provi anche riconoscenza”.

                                                                          Stefano Jacomuzzi

 

Desta quindi una gradita emozione conoscere che un gruppo di poeti, più o meno anagraficamente giovani ma vitali d’intenzione e sincerità, abbia scelto di chiamarsi Cenacolo “Clemente Rebora”. Non solo per l’omaggio al vigoroso modello del poeta vociano, testimonianza dell’attenzione alla sua opera e alle sue vicende esistenziali, ma anche per l’impegnativo e ardente compito di accompagnare la propria vicissitudine artistica con uno specchiato e sempre dinamico confronto creativo. Affrontando con esso la sfida a “poetare” in un periodo culturale dove il mondo sembra ignorare profondamente la poesia e progressivamente disinteressarsi al bello, preferendogli non più solo l’utile ma il superfluo.                                                     

                                                                               Enrico Grandesso

 

 

Il Cenacolo opera nella nostra città dal 1982, è animato dai soci e, in base al suo statuto, si  propone di migliorare la qualità della vita e di promuovere l'attività letteraria ed artistica in tutte le sue forme.

 
Da sinistra: Canonico M. Rayna, L. Vachino, V. La Porta.
Dietro: C. Failla, L. Lorini, A. Biagini, A. Scommegna, L. Rolfo, F. Paschetta, F. Clerico.



Da sinistra: V. Tanga,    F. Clerico, C. Failla, L. Lorini, F. Paschetta, R. Scavino, S. Gallo e V. La Porta.

 

 

Un gruppo di poeti si mette insieme (credo) anzitutto per quell’intima necessità di confronto e di mutuo conforto, di reciproca illuminazione e di coraggiosa dimostrazione d’identità e di scelta di fronte all’esterno, al mondo che non ha mai gratificato molto e mai molto ha gradito e applaudito l’attività di scrittura, di quell’invenzione della parola, del ritmo, delle immagini, di quello sguardo gettato sull’altra faccia delle cose e della vita, su quell’azione di illuminazione e di rivelazione, che la poesia compendia in sé, come propri fini. Il Cenacolo “C. Rebora” di Savigliano mi pare particolarmente vicino e mi è caro perché, prima di me, di esso e della attività poetica che svolge ha parlato l’amico dolorosamente scomparso, Stefano Jacomuzzi.

                                                                     Giorgio Bàrberi Squarotti

“La POESIA non cerca Seguaci, cerca AMANTI

I Soci del Cenacolo “Clemente Rebora”,  Associazione Culturale di Savigliano, incontrano annualmente gli studenti,  dalle Superiori alle Elementari per avvicinarli alla poesia e appassionarli. Il Presidente, Prof. Antonio Scommegna, spiega agli studenti le finalità del Cenacolo, invitandoli poi a portare a casa gli omaggi poetici e farsi ambasciatori della poesia tra parenti ed amici. Il prof.  Renato Scavino, la prof.ssa M. F. Dallorto Peroni  e il m.llo Vincenzo La Porta,  illustrano che cosa sia  la poesia e da che cosa nasca l’ispirazione. La poesia è “un sogno ad occhi aperti, un sogno fatto in presenza della ragione” e va interpretata per trasformare le immagini nei concetti che le hanno determinate. Il poeta esprime ciò che tutti sentono, la stessa visione della vita,  perché la matrice, che è l’inconscio, è unica. La poesia viene dal cuore, è la voce dell’anima, dei sentimenti, gioia, bellezza, nostalgia, solitudine, malinconia, tristezza ed anche angoscia. In questo caso diventa una terapia per il dolore e l’inquietudine di chi scrive e di chi leggerà. I luoghi e i tempi possono essere reali (paesaggi e contatti con la natura, momenti del giorno, stagioni, ricorrenze.....), ma possono essere anche trasfigurati, perché ciò che conta è IL TEMPO DELL’ANIMA. Il Prof. Renato Scavino ricorda ai ragazzi che la poesia è una creazione ed è “poeta” anche chi scrive un romanzo, scolpisce una statua o dipinge un quadro: in senso lato, quindi, Dio è il più grande Poeta! La poesia dipende dalla sensibilità d’animo, ma sono importanti pure l’osservazione attenta di quello che ci circonda e soprattutto il silenzio.  Fare silenzio aiuta a vedere con occhi nuovi ciò che troppo spesso nella vita frenetica di oggi si guarda superficialmente.  La poesia si serve di simboli, similitudini, metafore; è più immediata, sintetica, velata della prosa; dice non solo con le parole, ma anche con le pause e tra le righe. Aiuta a sognare e crea una memoria del bene, dei ricordi, degli ideali e dei valori a cui attingere. Perché “parlare di poesia” è, come dice Giancarlo Pontiggia, “una meravigliosa sintesi di immaginazione, pensiero e suono”.

                              A cura del prof. ANTONIO SCOMMEGNA

               Presidente - Associazione Culturale Cenacolo “Clemente Rebora”
 
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